Non è fantascienza.

La mente frugataProbabilmente molti di voi, durante la lettura di questo romanzo,  penseranno che si occupi di cose molto in là da venire, ammesso siano possibili. Come potrebbe un sistema di intelligenza artificiale leggere nel pensiero?
E poi come potrebbe un sistema di intelligenza artificiale scrivere un romanzo? In realtà la realizzazione di un sistema di AI (intelligenza artificiale) con queste abilità è veramente molto più vicina di quanto pensiate e già adesso abbiamo tecnologie che se combinate sono capaci di fare cose simili. Ma partiamo dal principio.

Perché scrivere questo romanzo?

Se avete già letto altri miei romanzi allora sapete che io ho deciso di usare questo strumento letterario per affrontare in modo leggero il tema del lato oscuro della tecnologia. Non è tutto oro quello che luce e anche la tecnologia è una medaglia con due facce. Questo ovviamente non deve spingerci a desiderare un mondo pre industriale, ma deve renderci consapevoli dei problemi al fine di sviluppare gli “anticorpi”.

AI e arte


Se c’è un campo in cui si è sempre creduto che gli esseri umani non sarebbero mai stati sostituiti dalle macchine questo era il campo artistico. Questa certezza ha cominciato a vacillare quando alla Colorado State Fair è stata premiata con il primo premio l’opera d’arte chiamata Théâtre D’opéra Spatial. Cosa rende quest’opera così speciale? A crearla è stato un sistema basato sull’intelligenza artificiale (MidJourney).

Quanto avvenuto ha gettato nello sconforto tutto il settore artistico, posto molti interrogativi e creato la cosiddetta AI art che permette a chiunque, scrivendo una breve frase nell’apposito spazio offerto dal programma, di generare un’immagine senza avere nessuna competenza artistica e/o tecnica.

Questi sistemi vengono addestrati su un numero enorme di vecchie immagini e nel momento in cui ricevono una richiesta vanno a cercare nella loro memoria tutte le immagini che possono andare bene e poi partendo da queste realizzano un’immagine nuova cercando però di interpretare cosa l’utente desidera e realizzarne i desideri. Capiamoci bene, cerca di interpretare i nostri desideri e quindi anche quelli inconsci? Può un sistema di intelligenza artificiale penetrare nei più reconditi anfratti della mente?

LOAB

Un giorno un utente di Twitter ha raccontato la sua esperienza con un sistema di questo tipo. Partendo da una richiesta negativa ovvero di mostrargli cosa non voleva, il sistema ha cercato di realizzare qualcosa di opposto alle richieste che l’utente aveva inserito creando una immagine orrida chiamata LOAB. L’utente, invece di fermarsi ha continuato ad incrociare LOAB con altre immagini cadendo sempre più nel macabro fino a quando ha cominciato a dare di matto, (così ha detto lui indicando forse una specie di dipendenza da quell’orrore da cui vorresti fuggire, ma da cui non riesci a distaccarti). La cosa interessante è che il sistema era come se avesse creato un’idea di questo LOAB per cui alcune caratteristiche si stabilizzavano nonostante i tanti incroci effettuati. In pratica quel demone è diventato una presenza fissa in quel sistema, uno dei tanti elementi da cui il sistema parte per le sue elaborazioni.

CHATGPT3 : AI e testo scritto

Se questo è lo stato dell’arte per quanto riguarda le immagini a che punto stiamo con il testo scritto? La domanda non è peregrina, le lingue naturali (quelle che si sviluppano in seno ad una comunità umana al contrario delle lingue formali che sono create a tavolino) sono sempre state la bestia nera degli informatici perché sono intrinsecamente ambigue (ad es. con spirito intendo alcool oppure anima? E se dico “ho mangiato un gelato con il cucchiaino” intendo che ho usato un cucchiaino per mangiare il gelato oppure ho mangiato un gelato che possiede un cucchiaino?). Il sistema Chatgpt3 supera egregiamente questo scalino tecnologico mostrando capacità linguistiche sorprendenti. Innanzitutto capisce cosa gli stai chiedendo (e questo non era scontato un tempo) e offre risposte coerenti (che siano anche esatte questo è un altro discorso) con la richiesta. Il numero di dati con cui Chatgpt3 è stato addestrato è sterminato e questo lo rende capace di fare cose incredibili e quindi anche scrivere testi di una certa complessità.

Per dare un’idea di quanto grande è la mole di dati usati per addestrare questo sistema, facciamo due semplici calcoli: più o meno 45 terabyte di testi appartenenti a Wikipedia e Google books (il servizio di Google relativo ai libri) e petabyte, fidatevi tanta roba, offerti da common crawl che ha immagazzinato nei suoi archivi tutto quello che è stato pubblicato su Internet pubblica (quindi escluso il dark web).
In un test che ho effettuato ho chiesto a Chatgpt3 di scrivere una poesia sulla stazione spaziale e poi di rigenerarla usando lo stile di sette poeti del passato (per questo ho chiesto di scrivere versi sulla stazione spaziale, per avere la certezza che i poeti scelti non avessero mai scritto su questo argomento.) A questo indirizzo trovate il risultato del test (ChatGpt3 a confronto con la poesia)

Oggi il sistema ancora non è capace di sostituire appieno un buon scrittore ma stiamo solo alla versione 3 e già la versione 4 in arrivo per fine 2023 promette grandi cose.

 

Conclusione

 

A questo punto, mi sono chiesto: e se invece di inserire manualmente delle richieste nel sistema lo si collegasse direttamente all’utente tramite un normalissimo scanner cerebrale? Già adesso i neuropsichiatri ricavano informazioni importanti osservando quali aree del cervello rispondono a degli stimoli o si sono attivate. Brain Control ha permesso a due malati di SLA di comunicare con gli altri, il sistema legge il pensiero dei malati e lo traduce in parole. Stiamo all’inizio di questo cammino, ma è una strada tracciata, potenzialmente un’intelligenza artificiale collegata ad uno scanner cerebrale potrebbe capire molto di una persona se non addirittura leggere nel suo inconscio.

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Ettore Panella

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