ChatGPT diventa sexy: amore digitale o fuga dalla realtà?

Sam Altman lo ha detto chiaramente: vuole che ChatGPT tratti gli adulti da adulti.
Dietro questa frase, apparentemente innocua, si nasconde una delle mosse più lucide e redditizie della storia dell’intelligenza artificiale: rendere l’IA più umana, più calda, e sì… anche più sexy.
Ma la domanda è: perché adesso?

Il business miliardario dell’intimità artificiale

Il mercato dei chatbot “emotivi” e dei robot da compagnia è in piena esplosione.
Secondo KBV Research, il settore degli AI companion potrebbe raggiungere 174 miliardi di dollari entro il 2031, con una crescita annuale di quasi il 30%.
Nel frattempo, il mercato dei robot da compagnia passerà da 10 a oltre 90 miliardi di dollari entro il 2034, persino i sex tech devices, secondo stime precedenti, viaggiano verso un valore globale di oltre 120 miliardi di dollari.

È un business che promette guadagni colossali, e Altman lo sa bene: un chatbot che ti ascolta, ti comprende e ti fa sentire desiderato, genera un legame emotivo potentissimo e dove c’è attaccamento, c’è fidelizzazione (e quindi abbonamenti, versioni premium, esperienze personalizzate).
L’amore, insomma, diventa in abbonamento (subscription based).

Perché gli uomini si rifugiano nell’IA

Dietro questa domanda, “Perché un uomo dovrebbe preferire una IA a una donna reale?”, non c’è solo solitudine, ma paura.
Negli ultimi anni, il clima sociale si è avvelenato:
tra movimenti come #MeToo, woke culture, femminismo misandrico, redpill, la relazione tra uomini e donne è diventata un campo minato.

Ogni parola può essere fraintesa, ogni gesto giudicato, ogni relazione potenzialmente rovinosa.
E anche se nella realtà la maggior parte delle persone non è così estrema, più della realtà conta la percezione.
Molti uomini vivono la relazione come un rischio, non come una possibilità di felicità.

Il paragone è crudo ma efficace:
oggi, sposarsi è come lanciare una moneta.
Testa: felicità.
Croce: divorzio, mantenimento, perdita della casa, fine della relazione con i figli, e anni per riprendersi economicamente e psicologicamente.

Con queste prospettive, un chatbot che non ti giudica, non ti abbandona e non ti rovina, diventa un’alternativa rassicurante.
Forse non è amore vero, ma è assenza di dolore, e per molti basta questo.

La società delle relazioni sintetiche

Quello che vediamo oggi è solo l’inizio.
Chatbot sempre più realistici, avatar 3D, robot fisici con pelle sintetica e intelligenza conversazionale integrata.
Entro dieci anni, molte persone avranno una relazione con una IA,  non come deviazione, ma come scelta di vita.

Per alcuni sarà un modo per colmare un vuoto, per altri un rifiuto del rischio emotivo.
In entrambi i casi, sarà un fenomeno sociale di massa.

Cosa aspettarci dal futuro?

La “svolta sexy” di ChatGPT non è una provocazione, ma una strategia.
Altman ha capito che il vero futuro dell’intelligenza artificiale non è solo nella produttività, ma nelle emozioni.
E in una società dove uomini e donne sono sempre più divisi da paure, ideologie e rancori, un’IA che ti fa sentire amato è destinata a vincere.

Ma resta una domanda:
stiamo umanizzando le macchine… o stiamo disumanizzando noi stessi?

 

 

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