È una delle questioni che spesso mi viene sottoposta vediamo allora cosa è il deplatform e perché può essere un grave pericolo per un sistema democratico.
Come dice il nome stesso, il deplatform è l’allontanamento dalla piattaforma, in pratica l’account che subisce il provvedimento non può più accedere a Facebook (ma un discorso analogo si applica anche ad altri socialnetwork).
Il deplatform può essere a tempo indeterminato o determinato, parziale, palese o subdolo.
Il deplatform a tempo indeterminato è quello che è stato comminato a Donald Trump, quello a tempo determinato è la sospensione dell’account per una settimana o i trenta giorni.
Il deplatform parziale è quando un account subisce una riduzione di visibilità ed è una pratica diffusa su Facebook, nell’immagine a sinistra potete visionare lo screenshot di un avviso inviato ad un gruppo e che mi è stato girato da uno degli amministratori.
Come potete osservare Facebook avvisa gli amministratori del gruppo che i post riceveranno una distribuzione ridotta senza però specificare se in quantità e/o in qualità. Mi spiego meglio, a quanto ammonta questa riduzione? Al 10%? Al 20% Al 50%? … Non è specificato.
Questa riduzione viene applicata a tutti i post senza distinzione oppure in maniera differenziata? Inutile far notare che l’applicazione di riduzioni di visibilità in modo differenziato per post rientra nel capitolo censura anche perché non viene consegnato alcun report dettagliato con la motivazione post per post delle restrizioni.
Giusto per completezza vi faccio notare che vengono annunciate altre generiche restrizioni senza specificare quali e non viene fornito un elenco delle violazioni agli standard. Diciamo che la trasparenza non è una priorità per Facebook.
Quindi sì, Facebook pratica il deplatform parziale.
Ma pratica anche il deplatform subdolo?
In pratica il deplatform subdolo è quando l’utente non ha ricevuto alcun avviso, ma i suoi post sono soggetti ad una distribuzione ridotta. Alcuni sospettano di questa pratica in Facebook, ma prove non ce ne sono.
Perché è necessario pretendere trasparenza?
Cominciamo con il domandarci: il deplatform subdolo è possibile? Ovviamente sì, al socialnetwork basterebbe non inviare un avviso, cosa estremamente agevole per un software.
Perché questa pratica impatterebbe pesantemente su una democrazia?
Supponiamo di avere due candidati concorrenti diretti in una elezione. Se il socialnetwork abbassa la visibilità del 20% al candidato sgradito e l’aumenta del 20% al candidato gradito, essendo i due in competizione diretta, avrà creato una differenza di visibilità del 40% , una percentuale più che utile per condizionare una elezione.
Senza contare che in alcuni paesi vengono eletti anche i giudici.
Questo scenario accade nel mio romanzo Loquendum, dove un gruppo criminale, con una mirabile scalata in borsa conquista Facebook e usa il deplatform subdolo e i premi di visibilità per garantirsi l’elezione di politici amici.
La legge in Florida
La Florida ha preso molto sul serio il pericolo costituito dai socialnetwork e ha approvato una legge molto restrittiva e per certi versi rivoluzionaria.
https://mazzoninews.com/2021/05/02/lacrime-amare-per-google-facebook-e-twitter/